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UN PO’ DI STORIA..

IL PARCO RUFFINI

Torino tra i tanti primati, può vantare quello di essere la città più verde d’Italia e il Parco Ruffini, con i suoi 130.000 m2 totali, rappresenta una delle aree verdi di maggior estensione fra i tanti parchi della nostra città.

Il parco fu progettato nel corso degli anni Venti ed inaugurato il 31 dicembre 1925, con il nome di Parco “Principe Gerolamo Napoleone Bonaparte”.

Questa oasi verde fu consegnata alla cittadinanza nel 1934 e, dal 1937 al secondo dopoguerra ospitò una colonia elioterapica e una piscina che, ben presto, divennero le maggiori attrattive della zona. A quel periodo risale la costruzione sia dello stadio, intitolato nel 2000 alla memoria di Primo Nebiolo, sia di un padiglione ad asilo infantile.

Durante la Seconda Guerra Mondiale Torino subì devastanti bombardamenti aerei; per offrire riparo alla popolazione, il Civico Servizio Tecnico realizzò, all’interno dello stadio, un ricovero pubblico sotterraneo tale da garantire adeguato rifugio a 1500 persone in caso di incursioni aeree. Profondo circa dodici metri per uno sviluppo di circa centocinquanta, il ricovero era dotato di un impianto di ventilazione, illuminazione, servizi igienici ed acqua potabile.

Nel 1945 il parco cambiò denominazione; venne intitolato al famoso giurista, ex Ministro e professore universitario Francesco Ruffini che, durante il Ventennio, non prestò giuramento al regime e si rifiutò di insegnare nello spirito del fascismo.

Negli ultimi quaranta anni il “Ruffini” viene ampliato e interamente pedonalizzato. Si arricchisce di numerosi servizi per lo sport e il tempo libero.

IMPIANTO SPORTIVO DI PALLATAMBURELLO

A Torino il gioco della pallatamburello trova le prime testimonianze in età medioevale, quando la città entrò nelle mire dei Savoia, decisi a farne capitale del loro ducato. Nella piazza antistante al Duomo c’era un’ampia area dedicata a questo divertimento, area che veniva chiamata “campo della Prevostura” essendo accanto alla casa del “prevosto”. La pratica del gioco, con le dovute evoluzioni, si continuò anche nel XVII secolo, tanto da dare il nome a uno dei borghi più caratteristici di Torino, il Balon.

Passando invece ai giorni nostri, negli anni ’50 a Torino esistevano vari campi per il gioco del Tamburello (via Napione, via Cigna, Parco Ruffini ecc…), ma via via le attività si concentrarono esclusivamente presso quello del Parco Ruffini, grazie soprattutto alla fattiva presenza della società ATS, che negli anni 70-80 disputò il campionato italiano nella massima serie.

L’Amministrazione Comunale, nell’anno 1988, realizzò in quel sito un fabbricato e provvide a far risistemare l’area. Successivamente in data 9 aprile 1990, l’area e il fabbricato vennero consegnati alla società sportiva A.T.S. Amatori Tamburello Sport, con un’assegnazione a carattere temporaneo, per evitare vuoti di custodia. La società sportiva A.T.S. dopo anni di pratica in cui operò in forma puramente aggregativa, ufficializzò la propria natura giuridica costituendosi con atto notarile il 18 luglio 1997. Nel 2001 l’A.T.S. richiese al Settore Sport di regolarizzare il rapporto rimasto per anni a carattere di provvisorietà. Nel 2002, il Consiglio Comunale deliberò la concessione in gestione sociale.

Impianto sportivo
Il campo di tamburello si trova all’interno di un’area recintata della superficie complessiva di circa 3000 mq. Il rettangolo effettivo di gioco ha attualmente le dimensione di m. 106 x 25. Il campo da gioco è in terra rossa, con impianto di irrigazione. L’area di gioco, attualmente, non è illuminata.

Fabbricati
Sul lato Sud dell’area oggetto dell’intervento esiste attualmente un fabbricato adibito ad uso spogliatoi, servizi igienici e sede sociale, di forma ottagonale con una superficie di circa 150 mq ad un solo piano.
Sul lato opposto insiste un prefabbricato adibito a magazzino per il ricovero delle attrezzature e del materiale sportivo.

Accessi all’impianto
L’ingresso al terreno di gioco ed i contigui spogliatoi (per atleti/direttore di gara) avviene dagli accessi di Corso Trapani tramite cancello carraio di larghezza 4,80 mt ; non esiste invece l’ingresso separato per il pubblico.